C'è un posto nella memoria che rantola senza pace
feste tristi, gennaio di perdita e sofferenza atroce
alla finestra ti stavo ad aspettare
non c'eri, stavi in un letto anonimo ad osservare il mio stesso punto
mi avvolse un caldo abbraccio, era notte
la neve imbiancava i pini maestosi di quel prato
in punta di piedi, il fiato del nasino appannava appena il vetro
cercavo te, le tue mani, non capivo, non arrivavo
dolci e giocattoli non trovavano spazio
o forse non colmavano il vuoto
di lacrime non ne avevo, stringevo i denti a muso duro
quell'abbraccio significò molto
restai immobile a sentirne il calore
le sole braccia che sfamavano la mancanza
lì, ferme e fisse, osservammo il silenzio della luna sul manto roseo
i respiri della notte non ci scoprirono, dolce zia
ho perso anche quel tepore anni avanti
e ancora sento il sapore di quelle braccia
forse te lo avrei raccontato questo episodio un giorno distratto...
quel dì lontano dai miei, che piangevano un figlio
quel dì che conobbi la morte quasi per sbaglio
vacanze invernali sfigurate dal solito incanto
giorni graffiati di desideri spezzati taglienti e acuminati
avrei solo sette anni in più, di te, fratello...
che ora prepari le nuvole per il grande giorno
chissà... se ogni tanto mi dai uno sguardo
sappi che mi ritrovesti col naso all'insù
ad occhi socchiusi
con una mano
protesa verso il cielo
ciao Ste