mercoledì 20 dicembre 2006
23 commenti

C'è un posto nella memoria che rantola senza pace
feste tristi, gennaio di perdita e sofferenza atroce
alla finestra ti stavo ad aspettare
non c'eri, stavi in un letto anonimo ad osservare il mio stesso punto
mi avvolse un caldo abbraccio, era notte
la neve imbiancava i pini maestosi di quel prato
in punta di piedi, il fiato del nasino appannava appena il vetro
cercavo te, le tue mani, non capivo, non arrivavo
dolci e giocattoli non trovavano spazio
o forse non colmavano il vuoto
di lacrime non ne avevo, stringevo i denti a muso duro
quell'abbraccio significò molto
restai immobile a sentirne il calore
le sole braccia che sfamavano la mancanza
lì, ferme e fisse, osservammo il silenzio della luna sul manto roseo
i respiri della notte non ci scoprirono, dolce zia

ho perso anche quel tepore anni avanti
e ancora sento il sapore di quelle braccia
forse te lo avrei raccontato questo episodio un giorno distratto...
quel dì lontano dai miei, che piangevano un figlio
quel dì che conobbi la morte quasi per sbaglio
vacanze invernali sfigurate dal solito incanto
giorni graffiati di desideri spezzati taglienti e acuminati
avrei solo sette anni in più, di te, fratello...
che ora prepari le nuvole per il grande giorno

chissà... se ogni tanto mi dai uno sguardo

sappi che mi ritrovesti col naso all'insù
ad occhi socchiusi
con una mano
protesa verso il cielo


ciao Ste






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mercoledì 6 dicembre 2006
33 commenti
Tutto dobbiamo a quel che chiamiamo convenzionalmente come il "principio di conservazione"
tutto...
o forse quel niente logorante che ne rimane
tra fogli di giornale, sulle panchine di verdi primavere, nei raggi di luce che si diffondono morbidi sul bianco e nero, inchiostro e carta...
...Lavoisier tra i passi che facciamo...
massa ed energia...
già, massa ed energia...
...carica elettrica
----bzt-------
amore?

è in libertà provvisoria che si è più forti e gli occhi scavano bugie attraverso un vetro, dove chi fiata è coperto e non si gira, nascosto in un altro cuore sotto protezione solare... anche se il cielo è grigio e la pazzia fulminea di chi batte non lo discosta. E' la storia di qualche giorno fa, a brulicarmi dentro.
E non c'è un lume, l'abito è scuro... al capezzale di un futuro che d'un tratto non c'è più... o almeno non come pareva esser programmato, sul tratto delle righe sulla fronte di un destino che ti guarda scettico. E non tanto per quell'aria, ma per il come, con cui lo fa, tipico sguardo intenso dal piacere di un'aspirata di fumo, impotente spettatore, regista alla sedia, carrellata da dietro, nome e megafono...
Storie frantumate d'amore, eclissi di anime ed anni al rogo appesi al palo di pensieri stregati, voci che non si connettono al modem del cuore che fuori controllo dirama rabbia, girotondi infiniti in labirinti di specchi, chi c'era non c'è, chi c'è s'è perduto.
Giusto un uomo.
Inesorabilmente solo un uomo.
Nell'immensità di kilometri a zenit, mentre il nucleo ribolle di fuoco a nadir.
Un uomo che ancor difende chi ama.
Rinchiuso in una sfera imprecisa, nella solitudine di mille convinzioni, treno della follia, fogli al vento, scompiglio, disordine nell'aria, capelli scarruffati, bolidi e tempeste sul cuore... e c'era una data.
Una data molto vicina, tanto vicina che già la vedeva tutta bianca. Che già sentiva di afferrare le sue mani delicate, che già tremava un'emozione sulle parole sacre rimbombanti, note d'organo, occhi commossi, anelli, la mamma e i suoi rituali singhiozzi felici in un fazzolettino tutto nuovo per l'occasione...

"poi venne un altro, gliela strappa di mano...."

senza che abbia difeso il suo amore
lui... difende solo un nome
...ancora

capita alle volte purtroppo
sempre solo per amore
quel dannato sentimento

"nulla si crea nulla si distrugge, tutto si trasforma"



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