mele bacate

sabato 19 aprile 2008
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Un metro per cintura
il grillo parlante
di una coscienza tarlata


bruchi nel cervello
i canoni estetici
che misurano corpi


~ come muri di cantiere ~


la mela perde la polpa
e tra i denti
un torsolo insapore.


Pensa se nulla
da quel ramo
avesse richiamato Eva


rotondità di forme
dal morbido succo
che disfano il paradiso


Dove saremmo
e chi saremmo... ora


ed è


favola amara
se poi muore biancaneve
masticando


la società



 


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La Mina Di Eva

venerdì 11 aprile 2008
19 commenti
La Mina di Eva
 
 



S'era detto
del peccato originale
per un frutto di troppo,
 
poi disposero gli uomini
dietro le trincee
in gradi di valore

 
~ a darsi fuoco ~

 
e sotterrare
bombe di peccato
in avanzi di rancore.

 
A passi innocenti
e felicità ammanigliate
piccoli angeli esplodono

 
~ traditi da un gioco ~

 
S'era detto
"chiunque prega il divino
avrà il suo paradiso"

 
poi distrussero l'idolatria
sulla via della seta

 
e dei Buddha di Bamiyan
rimase l'eco delle preghiere,
nelle grotte e nei monasteri

 
~ foga senza scopo ~

 
S'era detto
che la maledizione di un Dio
non si curasse dell'uomo

 
eppure a volte
le mine non sanno imprimere
nel cielo inchiostri di morte

 
quando ancora un bambino,
bagnato di macerie,
coglie l'infingarda mela verde...
 






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lunedì 7 aprile 2008
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Inseguo la moltitudine
la sua intrinseca violenza
che mi resta sul palmo
come germoglio e poi fiore

gioco tra petali rotti
e steli di memorie arrese
sul grido che frena il vento
col fiato dell'aurora

Ed è vita
questo verde tremare
questa favola
di speronati lamenti

a braccia tese
sul filo di spine
che buca le vene
in sere di rame

Che nell’attesa
sogni a rendere evadono
con corde di sangue
dall’appeso cielo








 




Morfea77&keishia






grazie Antonella... è un immenso regalo per me... ti abbraccio







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allusioni d'autunno

giovedì 3 aprile 2008
9 commenti


il volo leggero
dei petali verso est,


è mina d'inverno
che scrive il respiro
di un sole che non c'è,


è rossa speranza
in gocce di rugiada
che satura il cielo


{ e i fiori di domani }


quel tempo
che arriva dopo
un'era a ponente,


che contava le dita
nel lago delle ore.


Ho perso le impronte
sui miei profili
in un giro di lacrime


deserto e luna,


e poi la neve,
brina e neve
sulle foglie


{ e nei pensieri }


Perchè pioveva via
il colore dalle mani


sulle sbarre antiche
delle prigioni,
dei venti senza vetro,


a sud
dalla clessidra,
nei palmi di ruggine
e polsi di catene.


Ed ora questa brezza,
è danza di febbre
nel freddo del buio


{ e il sudore dei sensi }






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