Nero di Seppia

giovedì 27 marzo 2008
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Non erano le mie mani
ma tempo inevaso
sotto un'altra vernice


il colpo che ha voltato
il mio sguardo
altrove nei sentieri,


poi quei sassi
sull'erta china
e guglie di strazio


in lingue di ghiaccio
rivendicavano
ancora il mio nome


e di palmi e spine,
di chiodi nei quadri
appesi alle ferite


-ho sfiatato il vento-


Non erano le mie mani
ma dita di pietra
a reggermi il mento,


con l'ira negli occhi
per arrivare all'angolo
dov'eri rimasto.


E' acrolito immobile
il volto di peltro
di un destino avverso


e mesta mi arrendo
al chiodo che mi serra
nei forzieri della mente,


non è campo di dune
ma guerra al tramonto
che espianta le radici


-di un amore nel cemento-





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Nero di Seppia

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Nero di Seppia

 
Non erano le mie mani
ma tempo inevaso
sotto un'altra vernice
 
il colpo che ha voltato
il mio sguardo
altrove nei sentieri,
 
poi quei sassi
sull'erta china
e guglie di strazio
 
in lingue di ghiaccio
rivendicavano
ancora il mio nome
 
e di palmi e spine,
di chiodi nei quadri
appesi alle ferite
 
-ho sfiatato il vento-
 
Non erano le mie mani
ma dita di pietra
a reggermi il mento,
 
con l'ira negli occhi
per arrivare all'angolo
dov'eri rimasto.
 
E' acrolito immobile
il volto di peltro
di un destino avverso
 
e mesta mi arrendo
al chiodo che mi serra
nei forzieri della mente,
 
non è campo di dune
ma guerra al tramonto
che espianta le radici
 
-di un amore nel cemento-
 
 
 
 27 marzo 2008
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il suicidio delle bambole

venerdì 21 marzo 2008
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Il Suicidio delle Bambole




Un taglio nella mano
con l'Arno rosso
lungo il Tevere

 
avulsione d'amore
nel letto asciutto
di un alveo di marmo:

 
Hanno
lame appese

 
capovolte,

 
in questo incedere
a dita torpide
sulle note

 
in scala ordinata
-e paralleli chimerici-

 
Bambole

il quadro antico
dietro porte murate,

 
i diaframmi abulici
nelle pupille ferine:

 
Hanno
soffocato
i loro respiri

 
dopo i giochi

 
-in carneficina-

 
dentro il cappio
delle misantropie

 
di una bimba annodata
a sogni interrotti

 
e voli embrionali

 



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martedì 18 marzo 2008
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Cilindri di silenzio

 
 
Troverò il tuo volto
dentro il mio riflesso
nell'assenza che assorbe
ogni umana apparenza
 
e sarà respiro pieno
quell'alito di niente
tredici nodi ad est
la tua voce sul vento
 
se tu non parli
perderò il tuo nome
tra le onde di cristallo
e i litorali di pianto
 
con cilindri di silenzio
vuoterò la mia anima
poichè il mare dentro
è un oceano gonfio
 
che si ritira lento
 
 
 
18 marzo 2008
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Il Mare A Filo

domenica 16 marzo 2008
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Sembrava solo rumore
lo spacco sulla forza
mentre la strada
già si piegava
prima dello scontro


prima della via
del vento stanco
tra gli acquiloni
e un filo spezzato


i buchi nelle ombre
dei giorni appesi
agli zeri gonfi
da addizionare


al riempimento vuoto


prima che fosse
d'arancione spento
lo sprazzo violento
sul davanzale


delle assurde cene


prima che sia
ghiaccio nelle vene
spolvero la stagione
e mi chiudo nel tempo


con le catene tese
mentre cerco
tra le sbarre


il mare a filo
oltre il muro


il mare


assetato
delle pioggie acide
negli angoli lontani
della mia coscienza


il mare


dentro il calice
del mio cuore






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Siamo quella voce

giovedì 13 marzo 2008
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Siamo quella voce

 
 
Siamo graffi sulla pelle
in questo vivere che ci ha preso
senza darci una ragione
 
con le unghie sulla schiena
nell'attraversare il cielo
scuri come fiumi di notte
 
nel futuro che si fa presente
in questa lotta per avere
tutto prima e poi niente.
 
Siamo soli per le strade
dove non ci si può portare
perchè non c'è un limite
 
-mentre guardi il mare-
 
E la notte è una canzone
che dimentica la sua alba
per cercarti nel buio
 
senza trovare la tua voce
 
nè toccare
 
le tue labbra
con le mie,
vuote di parole
 
io che ho sete
e verso lacrime nere
col trucco della festa
ad un lavandino che beve
 
-i nostri pezzi di cuore-
 
per frantumare gli occhi
negli specchi eclettici
di quelle sere
 
e poi ridere ridere
forse ridere ancora
e ridere
delle scie nere
 
sul marmo
come sulla terra
 
che ci accompagna
con mani di vento
verso una nuova guerra
 
e ancora piangere
a capo chino
e pugni chiusi
 
per la sconfitta
o la fine di un amore
 
senza più una rosa
nè spine da donare
 
perchè noi
 
siamo la voce
di un silenzio
schiavo del dolore
 
 
13 marzo 2008


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La mia cura

mercoledì 12 marzo 2008
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La mia cura
 



Ho bevuto la mia sete
un giorno che non pioveva
sul deserto degli avanzi
a piedi nudi nel niente
 
Ho mangiato la mia fame
nella ceramica fredda
dei sogni da riscaldare
masticando lingua e denti
 
Ho dormito il mio sonno
sotto le mani dell'alba
in una buca di sabbia
col mare nelle conchiglie
 
Ho amato il mio amore
ma adesso soffio nel sacco
respirando i miei respiri
e ingoiando sassi di parole
 
...Ora...
 
non si pretenda
la mia esistenza
 
con la sete
nel mio bere
con la fame
nei miei cucchiai
con il sonno
nelle mie notti
 
sicchè io decida
che a non sentirsi
sia la sua assenza
poichè non dà ascolto
alla mia presenza
 
 
12 marzo 2008
 
 
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