Ha stelle basse la frontiera
dove le criniere del tempo
in aghi d'erba e danze di fiato
strinano sui tralici del silenzio
E si accarezzano i rauchi respiri
del ventre piatto del mondo
quando nati, son fuggiti i figli
di mille foglie e un giorno
In coda alle ore, e ai vespri
nelle stanze aperte alle notti
d'intrecci vinosi e sospiri accesi
liquidi, in sussurri slacciati
e labbra strette in specchi
...Per non lasciare sui riflessi,
smarrite le notti tra l'albe,
aloni di pensieri scuciti in gola
di viole in lune, ridati ancora
al viaggio dei porti senza fine
dai nodi ai moli mai lasciati
e di notti in filo, a rilegare
il vuoto sul suono, in assolo
senza cielo e mari tra le vesti
ovunque s'aprono, le finestre
dei ricordi sul domani, stabili
d'ombre traballanti tra le viti
e d'anime a chiodi dentro i muri