Come il primo istante
che redime il sale al mare,
quando la marea aleggiando incauta
spoglia l'ultimo scoglio della sera
io ascolto ancora la pioggia
con le scarpe dal fondo sgualcito
sull'angolo dei venti asciutti
e spenti dal tempo scordato al fiato
Inerte al selciato, come la prima foglia
di un autunno ripiegato a memoria
nelle linee dei passi in canto, scorte
sul volto estraneo di un passante
-chiuso dentro il primo treno-
seguo l'asfalto, diastolico tra le ruote
di un sogno incrinato a bordo riviera
allineato alle mani, in tratti sparsi
che degli occhi intaglia il cielo.
Come ad arrestare l'ultima nota
tra solco e spina di un grammofono
prima di un tramonto che strina
ancorato all'amaranto della sera
E fermo le tue chiavi nella porta
in stanze disuguali agli specchi
eterea e indistinta ai tuoi approdi
con le dita sui profili dello sguardo
-appeso sempre al primo ramo-