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e in macchina c'e' un uomo che mi sta ad aspettare...
la verita' lo so ti lascera' sconvolta, quell'uomo e'
il mio primo vero amore...
Strana la vita, lei, la vita, che ci veste come vuole.
La vita, colei che per prima limita la nostra libertà, madre severa, impeccabile e possessiva.
La vita che ci butta in mezzo al traffico, che sbaglia strategia e rovescia la scacchiera.
E noi a rotolare inermi nei giorni, noi, pedine bianche tra le pedine nere, mischiati negli stessi colori di un cielo, noi a distinguere le pennellate sovrapposte di un quadro, noi a sentire il profumo del diverso. Diverso perchè così è stato vestito, sempre da lei, la madre superiora. Quella che ti puniva, quella che temevi, inginocchiato sulle panche, a trattenere il dolore, nello spazio di una preghiera che non sapevi recitare.
non sono piu' un bambino... mamma abbassa quella voce...
Strana la vita che resta a guardarci nell'acquario e fa a pugni con Dio. Lo scontro dell'esistenza, la guerra della scienza, delle religioni, dello stato con la chiesa. E nel mentre il tutto avanza, la rotativa stampa e non si ferma, nel mentre i pesci cercano una via di fuga per ripararsi da chi cresce di più.
E nel mentre si rannicchiano in un angolo e temono anche le ombre del silenzio. Il silenzio infranto da una provocazione cui non sanno reagire, cui non è dato di reagire.
con tutti i dubbi e tutti i miei casini
pero' mi sento forte e per la prima volta
io me ne frego degli orecchi dei vicini...
Strana la vita che si evolve un pò ribelle per rassegnazione, che innalza un pensiero senza poi crederci per davvero. La vita sì la vita perchè la gente si fa massa, si fa folla per acquistare forza, per urlare ad un concerto o per cantare l'inno della patria e poi odiare una squadra. E si fa colonna, mentre s'infila in una chiesa quando fuori qualcuno muore in terra dopo il freddo della notte. Quando fuori qualcuno rantola per strada e paga una per una scelta... diversa.
la maschera di fango bagnata nell'argento
sono un diverso mamma
un omosessuale
e questo tu lo prendi come un tradimento...
Strana la vita, quel vagito iniziale che a tutti appartiene, figli di una madre che ci culla tra le braccia o che ci abbandona per una via. Strade, strane sono le strade che tagliano come lame lucide sotto il sole, tagliano i campi ed il destino in due, in quattro, in cento, mille futuri possibili da scartare. I sogni, una matita, i colori. Siamo fatti con gli stessi sogni, prima di essere quelli che siamo, col bagaglio di felicità e sofferenze che determinano le scelte nei giorni, con una ragione di fondo che ci muove i passi. Fragilità e paure, noi che siamo soli con noi ed il coraggio di vivere, rispettando sè stessi e combattendo battaglie per quell'unica ragione che è l'amore... noi, in difesa del nostro io nel rispetto dell'altro
che tu sapessi perdonare
una volta
una volta
non buttare
sulle mie ferite il sale
come adesso
sulla porta che mi dici
vai per te io sono morta
sono morta
sono morta
e mi sbatti sulla faccia
questa porta...
Strana la vita che asfalta le strade e annienta chi oltrepassa la linea bianca. Quella della decenza, strana l'indecenza, strano il valore settato in un punto, irremovibile, per i più. Le categorie e l'appartenenza ad uno stile che punisce l'entusiasmo per la diversa intonazione di una stessa canzone.
Strana la vita con la bacchetta in mano e noi dietro una lavagna mentre i compagni ridono. Gente anonima che ride di niente. Strana perchè non lascia comprendere che l'essere più inumano è proprio colui che non sa mediare e si fa beffa.
Cosa è normale, più normale nell'essere diverso.
Cosa è eroico, più eroico, nell'ammettere di esserlo in un mondo che sorride all'inverso.
sono morta
e mi sbatti sulla faccia
questa porta...
sull'aria di Sulla porta di Federico Salvatore