mele bacate

sabato 19 aprile 2008


 



Un metro per cintura
il grillo parlante
di una coscienza tarlata


bruchi nel cervello
i canoni estetici
che misurano corpi


~ come muri di cantiere ~


la mela perde la polpa
e tra i denti
un torsolo insapore.


Pensa se nulla
da quel ramo
avesse richiamato Eva


rotondità di forme
dal morbido succo
che disfano il paradiso


Dove saremmo
e chi saremmo... ora


ed è


favola amara
se poi muore biancaneve
masticando


la società



 


5 commenti:

Carmen1982 at: 19 aprile 2008 alle ore 08:45 ha detto...

Profondi, utili , significativi e ricchi di amarezza ma mai di rassegnazione, questi tuoi versi.

Complimenti (come sempre).

Un abbracio.

Buon weekend

Ulysses54 at: 19 aprile 2008 alle ore 08:45 ha detto...

sei profondo ed originale nello scrivere...questo mi è piaciuta particolarmente. un abraccio

maxilpoeta at: 19 aprile 2008 alle ore 12:57 ha detto...

lo sgomento di una società che misura la bellezza con i metri della superficialità, un grido di dolore posato su uno specchio rotto, tra il suono confuso di una voce che si domanda chi era.


Eccellente lavoro che unisce la serietà di un problema come l'anoressia, all'incontrastato evolversi dei tuoi versi, diaframmi d'arte sul cammino del nostro tempo.


Un caro abbraccio.

Morfea77 at: 19 aprile 2008 alle ore 16:47 ha detto...

[uno scritto feroce...e verissimo...solo tu puoi scrivere così...e graffiare]

danielemosca at: 8 giugno 2008 alle ore 05:10 ha detto...

le lame dell'anima

si specchiano

e vedono le ossa

non vedono sangue

scivola nuda

sulla strade del non essere

le lame del cuore

a che serve la carne?

a che serve il cuore?

ora che sciovolo nel sonno

vedo tutto bianco

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