Un metro per cintura
il grillo parlante
di una coscienza tarlata
bruchi nel cervello
i canoni estetici
che misurano corpi
~ come muri di cantiere ~
la mela perde la polpa
e tra i denti
un torsolo insapore.
Pensa se nulla
da quel ramo
avesse richiamato Eva
rotondità di forme
dal morbido succo
che disfano il paradiso
Dove saremmo
e chi saremmo... ora
ed è
favola amara
se poi muore biancaneve
masticando
la società
5 commenti:
Profondi, utili , significativi e ricchi di amarezza ma mai di rassegnazione, questi tuoi versi.
Complimenti (come sempre).
Un abbracio.
Buon weekend
sei profondo ed originale nello scrivere...questo mi è piaciuta particolarmente. un abraccio
lo sgomento di una società che misura la bellezza con i metri della superficialità, un grido di dolore posato su uno specchio rotto, tra il suono confuso di una voce che si domanda chi era.
Eccellente lavoro che unisce la serietà di un problema come l'anoressia, all'incontrastato evolversi dei tuoi versi, diaframmi d'arte sul cammino del nostro tempo.
Un caro abbraccio.
[uno scritto feroce...e verissimo...solo tu puoi scrivere così...e graffiare]
le lame dell'anima
si specchiano
e vedono le ossa
non vedono sangue
scivola nuda
sulla strade del non essere
le lame del cuore
a che serve la carne?
a che serve il cuore?
ora che sciovolo nel sonno
vedo tutto bianco
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