REFERENDUM: si, no (NO)
Sarà che mi son svegliata tardi. In tutti i sensi... però stamattina, mentre sorseggiavo il mio the (ho spremuto troppo il limone, quant'era acido... anzi è, visto che per farlo raffreddare l'ho portato fin quassù in camera a farmi compagnia), pensavo al referendum di domenica, illuminata da una busta scartata sul tavolo.
Referendum Confermativo della riforma della costituzione.
Proposta dal nostro (ex) governo e già votata quattro volte in Parlamento dall'intera maggioranza della Casa delle libertà. (Ancora lui eh)
Sì ancora lui che mi scrive a casa per informarmi sull'evento.
(Ma perchè mi arriva posta solo dai destrosi??? Sempre e solo da loro! )
Al che mi blocco.
E' una lettera firmata da Silvio.
C'è un volantino in allegato. E' troppo poco credibile. Non capisco nemmeno l'addetto al marketing... credo abbia violato le regole fondamentali da seguire per l'adescamento... "LE BUGIE DELLA SINISTRA SULLA RIFORMA", una serie di enunciati con impresso sul lato sinistro uno stampo BUGIA! stile approved!/censured!.
Non ho nemmeno letto. Ho ripiegato il volantino e ho pensato di farmi un giro passando dall'edicola... e successivamente magari anche in rete.
Da pura Cogliona, me lo consenta.
RIFORMA:
Ha principalmente quattro obiettivi:
- completare il trasferimento delle funzioni legislative dallo Stato alle Regioni (Devoluzione);
- disciplinare una nuova forma di governo basata sulla sovranità popolare;
- morte del "bicameralismo perfetto" e nascita di un Senato federale. La camera dei deputati ottiene quindi il ruolo di rappresentanza politica del corpo elettorale.
- sistema delle garanzie: nuovi poteri e funzioni al Presidente della Repubblica, alla Corte Costituzionale e alle opposizioni parlamentari.
Sono 57 articoli, che apportano significativi cambiamenti al Parlamento, Presidente della Repubblica, Governo, competenze dello stato, Regioni ed Enti locali, composizione della Corte Costituzionale. La prima parte della costituzione, quella che accoglie i diritti fondamentali non viene toccata.
cosa cambia:
______PARLAMENTO_______
Il parlamento è ora composto dalla Camera e dal Senato. Il senato diverrà FEDERALE. I senatori saranno cioè eletti in ciascuna regione e resteranno in carica fino alla proclamazione del nuovo consiglio regionale. (non più 5 anni). Si riduce il numero dei parlamentari (518 per la camera e 252 per il senato). Non avremmo più senatori a vita, ma deputati a vita e solo 3 (oggi abbiamo 5 senatori a vita più gli ex presidenti repubblica). Per diventare deputato occorrerà avere compiuto 21 anni, senatore 25 anni (oggi risp 25 e 40).
Punto fondamentale: il bicameralismo perfetto (stessa funzione legislativa per camera e sentao) lascerebbe il posto ai procedimenti monocamerali, l'approvazione delle leggi avverrà in uno solo deì due rami, con il parere dell'altro. La camera ha l'ultima parola sulle leggi di competenza esclusiva dello Stato, il Senato su quelle di competenza concorrente (mista Stato/Regioni) e regionale, insieme decidono sulla legge di bilancio su quelle costituzionali, elettorali e riguardanti gli enti locali.
______GOVERNO_______
Si introduce il primo ministro, nominato dal Presidente della repubblica sulla base del risultato elettorale (legittimazione diretta della volontà dei cittadini). Sarà quindi poi il premier a nominare/revocare/dirigere l'attività dei ministri e chiedere al presidente della repubblica lo scioglimento della camera (oggi i ministri sono nominati sempre dal presidente della repubblica su proposta del presidente del consiglio; le camere vengono sciolte dal pres.rep.). Per l'insediamento il premier NON avrà più bisogno della fiducia delle camere!!! In quell'occasione illustrerà il suo programma in Parlamento e annualmente presenterà il consuntivo di attuazione.
Se il premier decade, per le varie ragioni, può esserne nominato un'altro solo col supporto della stessa maggioranza elettiva. Altrimenti nuove elezioni.
______PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA_______
Si riduce l'età a 40 anni al posto dei 50. Al posto del parlamento e 3 delegati per regione verrà eletto da un'apposita assemblea formata da deputati, senatori, presidenti delle regioni e delegati delle regioni (in base al numero abitanti). E' garante della costituzione e dell'unità federale. Vengono aggiunti due poteri, la nomina dei Presidenti delle Authority e la designazione del vicepresidente del CSM. La concessione della grazia diventa suo potere esclusivo.
______REGIONI_______
Cambiamento abissale con la devolution.
La potestà legislativa esclusiva, ora dello stato, per materie quali la sanità, istruzione, polizia PASSA alle regioni. Di contro alcune materie, ora delle regioni in competenza legislativa concorrente, ritornano allo stato... trasporto, professioni intellettuali, produzione strategica, energia, norme generali sulla tutela della salute.
Attuazione del federalismo fiscale entro 3 anni.
Il governo vigila sull'operato regionale, qualora una legge pregiudica un interesse preminente ed essenziale del paese può annullarla. Gli enti locali nel caso di leggi regionali per loro lesive possono ricorrere alla corte costituzionale.
Autonomia amministrativa a comuni, provincie e città.
______CORTE COSTITUZIONALE_______
La Corte Costituzionale sarà composta da 15 giudici, di cui quattro saranno nominati dal Senato federale, integrato dai Presidenti delle Giunte delle Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, tre dalla Camera dei deputati, quattro dal Presidente della Repubblica e quattro dalle supreme magistrature (Corte di Cassazione, Corte dei Conti e Consiglio di Stato).
Viene così attribuito alle Regioni un peso significativo nella nomina di una parte dei giudici costituzionali. La Corte sarà così composta da giudici che esprimono tutti i livelli di produzione normativa (non solo lo Stato, ma anche le Regioni adottano leggi);
ALCUNI NO, ALCUNI SI (non troppi però):
SI
"La riforma mette ordine nel caos delle competenze tra gli organi centrali e gli organi locali, creatosi con la riforma pasticciata approvata dal centrosinistra nel 2001, che ha provocato centinaia di ricorsi alla Corte Costituzionale, paralizzando in molti settori l’attività delle Regioni e dello Stato centrale."
"Soddisfa il bisogno di libertà e di autonomia delle Regioni senza minimamente intaccare il principio dell'unità e della solidarietà nazionale."
"Razionalizza e velocizza la procedura per fare le leggi, ponendo fine al bicameralismo perfetto, che duplicava il passaggio di ogni disegno o proposta di legge e ha sistematicamente rallentato l’azione del governo."
"Rafforza il diritto dei cittadini a scegliere un primo ministro, una programma e una coalizione di governo. E garantisce questo diritto con le norme antiribaltone Con i maggiori poteri attribuiti al primo ministro"
"I Paesi federali hanno uno sviluppo più elevato e duraturo, costi più bassi, maggiore efficienza e sono più vicini alle esigenze dei cittadini. Con il nostro federalismo le Regioni possono fare le leggi in una serie ben precisa di materie, per realizzare meglio gli interessi dei cittadini legati al territorio ma sempre nel rispetto dell'interesse nazionale"
"dire no alla prima Grande Riforma approvata in Italia, in nome di questa o quella singola obiezione, significa cercare le pagliuzze rifiutandosi di vedere la trave: perché la vittoria del no metterebbe una pietra tombale sull'intero cammino della nostra modernizzazione. In altri termini il referendum è e sarà un grande confronto tra cambiamento e conservazione."
"La riforma non “spezza l’unità del Paese” – anzi la ricrea – né impone la “dittatura del premier”. Essa introduce, invece, innovazioni che consolidano a livello costituzionale l’evoluzione reale della forma di governo, assicurando i necessari cambiamenti istituzionali per la definitiva trasformazione della nostra in una democrazia dell’alternanza, in sintonia con le grandi democrazie europee, ferma restando la intangibilità dei principi fondamentali della Costituzione vigente."
"Non ci nascondiamo il fatto che la riforma meriti di essere successivamente integrata con alcuni correttivi.......Queste incongruenze e difetti riguardano però, in particolare, quelle parti della riforma che entrerebbero in vigore solo in un secondo momento: nel 2011 o nel 2016."
NO
"I cambiamenti introdotti minacciano l’universalità di diritti fondamentali con la devoluzione, accentuano le differenziazioni fra zone ricche e povere del paese, attaccano la coesione e l’unità nazionale, riducono le garanzie costituzionali.
Non va bene dare poteri esclusivi sulla sicurezza, perche' c'e' bisogno di una sicurezza piu' forte, nazionale, sulla sanita', perche' vuol dire dividere i diritti dei cittadini e sull'istruzione perche' e' un bene nazionale
Il capo dello Stato diventa un notaio. E', invece, una figura di garanzia, come ha dimostrato per ultimo Ciampi, che va preservata nelle sue funzioni" -Guglielmo Epifani cgil-
"Penso alle divisioni in 21 parti della sanità, della scuola e dello stato sociale. No - ha ribadito - questa riforma costituzionale non va bene. Penalizza soprattutto le classi più deboli". -Pier Paolo Baretta segretario gen cisl-
"attribuire alle Regioni la competenze legislativa esclusiva in materia di assistenza ed organizzazione sanitaria significa demolire il Servizio Sanitario Nazionale ed introdurre 20 diversi Servizi Sanitari, con diverse regola di accesso ai servizi ed alle prestazioni erogate. In questi differenti sistemi sanitari la capacità di assicurare le prestazioni a tutela della salute di ciascun cittadino, dipenderà concretamente dalla capacità finanziaria di ciascuna Regione.--->violazione del principio di eguaglianza dei cittadini, di cui faranno le spese soprattutto i cittadini delle regioni meridionali
questo significherà Ospedali più scadenti, liste di attesa sempre più lunghe, oneri e costi delle cure crescenti per il cittadino."
"L'attuale Riforma costituzionale mira ad un rafforzamento, senza alcun contrappeso, dei poteri del presidente del consiglio, il quale puo' persino sciogliere le Camere in caso di sfiducia parlamentare, mentre indebolisce i poteri della Camera dei deputati, sminuisce la funzione di garanzia e di equilibrio del Presidente della Repubblica, politicizza la Corte Costituzionale, complica in modo irrazionale il procedimento di formazione delle leggi''.
"Con la Devolution, che nulla ha a che fare con il federalismo, sanità, scuola e sicurezza subiranno danni preoccupanti e, soprattutto, i cittadini perderanno la garanzia di avere uguali diritti, uguali opportunità, uguali servizi."
"Decine di studi autorevoli hanno dimostrato che la spesa pubblica aumenterebbe di alcune decine di miliardi di euro. Inoltre, cambiando 50 articoli della nostra Costituzione, rischiamo un caos ingovernabile, un scontro confuso e contraddittorio tra Camera e Senato per quanto riguarda il potere legislativo"