venerdì 7 luglio 2006
chiudo gli occhi
dentro c'è uno spazio immenso che non sa trovare tregua nella corsa folle, un tramonto che colora di rosso il cielo e quell'immagine chiara che come un'impronta cancellata salpa alla prima ondata via verso il mare aperto. Il pensiero marinaio osserva con la mano sulla fronte in cerca di una riva che non c'è, e la nave galleggia senza rotta. Le stelle si fanno belle per risplendere un'intera notte nella danza di luci del firmamento; ognuna è una storia a sè, a combattere la disperazione di uno scontro a fuoco con il meterorite di un ricordo, che sfreccia come un lampo. La più avventuriera prende il lazo e se la viaggia. La più avventuriera lo segue ancorata alla sua velocità, ad inoltrarsi nei lati più oscuri della via lattea, dove non si vede ad un palmo dal naso.
Lontana senza riflettere più alcuna luce.
Muore una stella
ma nella muta utopia brilla il suo brivido
devo aprire gli occhi?

*pensa stellina, pensa*




"Quindi non io

Ma una canzone

Ti parlerà...

...Un’emozione

Cosa cos’è?

È questa qua

...Non ha parole

Che posso dire

E non le dirò"

1 commenti:

hariseldom at: 19 febbraio 2008 alle ore 12:48 ha detto...

come è strano ripercorrere i momenti della nostra vita facendo passi indietro. Così mi piace leggere come un poeta come te riesce ad esaminare i suoi momenti di vita. Il mare spesso il mare nelle tue riflessioni forse in una città di mare ti porteranno i tuoi passi un giorno.

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