lunedì 17 luglio 2006
"Nuovi raid aerei israeliani in Libano: almeno 17 morti.
Nella notte le forze di Gerusalemme hanno compiuto almeno 60 attacchi in varie regioni del Paese. Oltre 40 i feriti."


Sbuffo, prendo il telecomando e spengo.
E' questo che si vuole?
Non più stupore, raccapriccio, dispiacere... ma stanchezza. Delle solite notizie e chi può in sostanza nulla fa. Un sorriso, stretta di mano, eleganza, dei viaggetti e incontri con Matsura, i dieci piccoli indiani radunati da Putin. Solo tante parole, un "cessate il fuoco!", di contro inamovibili e sordide scene di civili, sangue, bombe, attentati. L'immagine assidua che si conforma ogni volta, che sia Libano, Iraq non fà la differenza. E infiniti flussi di clandestini continuano a sbarcare a Lampedusa come gli instancabili fiumi nel mare, legge della natura. Come una sirena impazzita scatta l'emergenza più o meno quotidianamente mentre i centri accoglienza collassano, si svuotano, collassano, si svuotano... Gente che poi si trova a sgomitare per assicurarsi un posto che non c'è. Precipita un aereo, api sul miele, che tanto fa notizia, l'estate scorsa in fin dei conti è stato il tormentone... il ragazzo come sta? Microfoni impazziti, giornalisti con le borse che corrono e si preparano, nervosi, imploranti di silenzio, alle telecamere per illustrare la scena del delitto. 
Intanto si chiude il g8.
Cosa cambia?
Tanto rumore per nulla a ballare sul caos che c'è.
E uno sbuffo.
Insignificante, ma che forse è un coro.





"Who kicked a hole in the sky
so the heavens would cry over me?

Who stole the soul from the sun
in a world come undone at the seams?

Let there be love...
Let there be love..."

1 commenti:

Lorenews at: 17 luglio 2006 alle ore 17:30 ha detto...

Bel post ... buona giornata, Lorenzo

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